Aspetti consumeristiCI
perché il falso non conviene
Oltre alle ragioni di carattere etico, che sconsigliano il prodotto pirata ed il prodotto contraffatto per il suo negativo impatto sull’economia e sulla società, sull’ambiente, sui legittimi titolari di diritti che vengono defraudati, vi sono una serie di ottime ragioni per cui questo genere di prodotti “non conviene” al consumatore.
Infatti, l’industria della pirateria e della contraffazione vive per definizione nell’illegalità ed è per la maggior parte gestita dalla criminalità organizzata.
Chi opera in violazione delle leggi penali (a rischio del carcere) non è certamente motivato a rispettare il diritto civile, non teme le sanzioni economiche e non si preoccupa di dover risarcire il consumatore. Pertanto:
• non si preoccupa della conformità alle norme imposte a livello comunitario e nazionale a tutela della salute e sicurezza e degli interessi economici dei consumatori;
• non effettua controlli sulla filiera produttiva, anzi impiega spesso materiali e impianti di bassa qualità e dubbia provenienza, pratica sistematicamente la frode e l’adulterazione, nonché la falsa etichettatura;
• non incorre nella responsabilità per danni da prodotto difettoso;
• non rischia di dover ritirare dal mercato un prodotto rivelatosi pericoloso;
• non garantisce la conformità e non sostituisce o ripara il prodotto difettoso;
Vi sono tre tipologie di rischio in cui si incorre scegliendo “il falso” o “il pirata”: intanto, quella di ritrovarsi con un prodotto di bassissima qualità, che presto si rivela inutilizzabile perché guasto o deteriorato. Oltre al problema della qualità “visibile” vi è anche quello del comfort, della funzionalità e della durabilità nel tempo. Poi, quella di subire danni alla salute per via del materiale utilizzato nei prodotti, come ad esempio:
- nel tessile, pellami e tessuti, trattamenti coloranti e di finissaggio allergenici e tossici o addirittura cancerogeni (non impiegati nella produzione originale perché vietati), come gli alchilfenoli etossilati e le ammine aromatiche;
- nei farmaci, assenza del principio attivo (un farmaco su tre), sostanze impure o anomale rispetto alla composizione del farmaco originale, dosaggio alterato (un farmaco su quattro), contaminazioni chimiche e batteriologiche;
- nei cosmetici, presenza di sostanze vietate (sono oltre 1400), ad uso regolamentato o ammesse per un uso specifico per il rischio di tossicità e il rischio allergenico, cattiva conservazione, contaminazione;
- nell’occhialeria, lenti da sole con livello di protezione dai raggi UV nullo, a dispetto della colorazione scura, con il risultato di far dilatare la pupilla lasciando entrare tutti i raggi nocivi;
- nei giocattoli, rischio di soffocamento per i bambini più piccoli, a causa delle piccole parti che si staccano; rischio di folgorazione o di incendio per i giocattoli elettrici realizzati in difformità alle norme di sicurezza e ai dispositivi di protezione (si pensi ai caricabatteria dei videogiochi portatili); tossicità dei materiali per i prodotti destinati ai neonati che vengono messi in bocca;
- nell’agroalimentare, uso di coloranti, conservanti ed additivi vietati; uso di sostanze non autorizzate per la produzione alimentare, al fine di correggere difetti di gusto o consistenza del prodotto dovuti alla scarsa qualità delle materie prime e dei processi produttivi (es. metanolo o addirittura antigelo nel vino, gomme viniliche nei formaggi molli o formaldeide nei formaggi duri, acqua ossigenata nel latte); grassi o zuccheri anomali o in eccesso rispetto alla ricetta originale.
Un diverso genere di rischi per il consumatore risiede nella pirateria, audiovisiva, informatica ecc.: quando si scarica da un sito web pirata un software o un film protetto dal diritto d’autore, ad esempio, il rischio di scaricare contemporaneamente un virus o un malware e di averne pesanti conseguenze (danni al dispositivo e perdita di dati, furto di identità o frode creditizia, per la sottrazione dei dati della carta di credito…). Il problema è anche per gli audiovisivi quello della scarsa qualità e per i software i malfunzionamenti, che possono causare vari inconvenienti. Infine, spesso ci si ritrova con costosi abbonamenti indesiderati a servizi di cui non si ha bisogno, finestre pop-up pubblicitarie che si aprono da sé in continuazione ed altri fastidiosi “effetti collaterali”.
Tutto ciò considerato, unitamente al fatto che scegliendo il falso si foraggia la criminalità organizzata e si avalla l’evasione fiscale, dovrebbe all’spingerci ad un netto rifiuto dei prodotti contraffatti e dei prodotti pirata. Si risparmia rispetto all’acquisto dell’originale, è vero, ma non ne vale la pena.