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Problemi etici:
il brevetto dei farmaci

La ricerca scientifica in ambito biomedico e farmaceutico richiede un grande impegno di risorse umane ed economiche. Dopo anni di ricerca di laboratorio, che spesso richiede la collaborazione internazionale di diverse equipe, un farmaco necessita di ancora di svariati anni di sperimentazione, prima di essere autorizzato all’immissione in commercio. I costi della ricerca a livello mondiale sono stimati in circa il 10% del ricavo annuo della vendita di farmaci.
Le case farmaceutiche sostengono la maggior parte di questo sforzo, perché in quanto imprese perseguono l’obiettivo economico dello sfruttamento commerciale esclusivo dei relativi brevetti in campo chimico, farmaceutico e biotecnologico. Questo naturale incentivo alla ricerca, però, spinge in direzione dello sviluppo di prodotti le cui vendite siano in grado di garantire il maggior guadagno, oltre a ripagare l’investimento. Questo meccanismo di mercato opera a discapito delle attività di ricerca sulla cura di malattie rare, un mercato ristretto e meno profittevole, così come di quelle tropicali ed epidemiche dei paesi in via di sviluppo, che pur presentando una forte domanda non hanno risorse economiche sufficienti per acquistare i farmaci di prezzo elevato.
Proprio la questione dell’accesso ai farmaci necessari per la sopravvivenza, o per la cura di malattie invalidanti o ai vaccini, ha posto il problema etico della opportunità o meno di un regime di tutela della proprietà industriale rigido. In occasione di due pandemie, in Sudafrica e in Brasile, è stato necessario forzare il sistema dei brevetti con una decisione del WTO per consentire la produzione dei farmaci necessari senza la prevista remunerazione della licenza.
La rilevanza sociale del tema impone la necessità di nuovi accordi internazionali, in grado di garantire incentivi alternativi al mercato per la ricerca farmaceutica privata, incrementare la ricerca pubblica o favorire l’acquisto delle licenze da parte dei governi, per la successiva produzione e distribuzione con sistemi più equi alla popolazione.

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